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Museo archeologico regionale di Marianopoli

Orario visite :  9 – 13 e 15:30 – 18:30 tutti i giorni

Chiusura: nessuna

Tempo stimato della visita: 90 minuti

Ingresso:  € 2.00

Info e contatti:

Tel: 0934675038 – Mail: parco.archeo.gela@regione.sicilia.itSito web:

Sede: Viale Regione Siciliana – Marianopoli (CL)

SI CONSIGLIA DI VERIFICARE LA CORRISPONDENZA DEGLI ORARI DI APERTURA CONTATTANDO DIRETTAMENTE LA STRUTTURA.

Note: prenotazione obbligatoria piattaforma https://laculturariparte.youline.cloud

Dipendente da Parco Archeologico di Gela- La sede museale, occupa il primo e il secondo piano di un moderno edificio messo a disposizione dall’Amministrazione Comunale e sito nella piazza principale del paese.

Il museo illustra la civiltà del territorio di Marianopoli dalla preistoria all’età ellenistica, con particolare riferimento ai due siti archeologici di Monte Castellazzo e Balate-Valle Oscura.
Monte Castellazzo, posto a nord-est dell’odierno abitato di Marianopoli fa parte del sistema collinare, gravitante sulle vallate del Barbarigo-Belici e del Salìto. La frequentazione del sito a partire da età neolitica (V millennio a. C. circa) prosegue nell’età del rame (notevole il ritrovamento della necropoli riferibile al III millennio a.C.) ed è documentata fino all’età del ferro (VII-VI sec. a. C.). In particolare nel VI sec. a. C. il Monte divenne sede di un abitato indigeno poi ellenizzato, articolato su terrazze digradanti, la superiore delle quali era anche dotata di una cinta muraria di fortificazione.
Tale centro, tradizionalmente identificato con l’antica Mytistraton, ricordata dagli storici antichi Diodoro e Polibio per la strenua resistenza ai Romani al tempo della I guerra punica, visse dunque almeno fino al II sec. a. C.
La montagna di Balate, subito a sud-est dell’abitato odierno di Marianopoli, ospitò a partire dal VI sec. un centro indigeno poi ellenizzato, fortificato da una cinta muraria estesa a includere la sommità e i fianchi dell’altura. Sull’Acropoli dell’antico centro è stata portata alla luce un’area santuariale.
Al margine sud-ovest della montagna di Balate si distribuiva poi, entro un’ampia valle aperta a ventaglio e dal suggestivo nome di Valle Oscura, la necropoli riferibile all’antica città. Le sepolture, per lo più assegnabili al VI sec. a. C., si collocavano entro anfratti e ingrottamenti naturali, molto spesso precedentemente utilizzati, in funzione funeraria, in età preistorica (antica età del bronzo).

Le collezioni. I reperti esposti sono quelli venuti alla luce tra il 1977 e il 1984 nel corso degli scavi effettuati a Monte Castellazzo e a Balate-Valle Oscura dalla Soprintendenza di Agrigento. Oltre a frammenti ceramici neolitici, eneolitici e dell’età del bronzo, il museo espone la caratteristica e prevalente produzione ceramica indigena di età arcaica, che applica a forme di tipo greco quali oinochoai e krateriskoi una decorazione geometrica o vivacemente naturalistica, quest’ultima per lo più col motivo a uccelli dalle code a ventaglio, disposti in lunghi cortei o affrontati in posizione araldica.
L’ordinamento risponde a un criterio
topografico nell’ambito dei diversi siti di provenienza, i reperti sono poi esposti in sequenza cronologica.

Primo piano

Corridoio Pannelli didattici, contenenti informazioni di carattere storico e cartografie pertinenti il sito di Balate-Valle Oscura.
Sala 1 Valle Oscura. Antica età del bronzo (2200-1450 a. C.). Corredi della necropoli e suppellettili del coevo abitato, riferibili alla facies di Castelluccio e di Rodì-Tindari-Vallelunga.
Sala 2 Balate, età arcaica e classica. (VI-V sec. a. C.).
Reperti dall’abitato indigeno sulla montagna.
Si segnalano le stele ad obelisco, iscritte in caratteri greci del V sec. a.C., facenti parte di un monumento commemorativo rinvenuto nell’area santuariale dell’Acropoli.
Sala 3 Valle Oscura, età arcaica e classica (VI-V sec. a. C.). Corredi della necropoli greco-indigena di Valle Oscura.
Si segnala la caratteristica e prevalente produzione ceramica indigena ed i numerosi monili in ambra, talvolta completati da
pendaglietti zoomorfi.
Monetiere comprende esemplari, quasi esclusivamente in bronzo, rinvenuti durante le campagne di scavo effettuate tra il 1977 e il 1988 nei centri di Balate e Castellazzo.
Balate i rinvenimenti monetari (20 in totale) attestano la schiacciante presenza di hemilitra e tetrantes agrigentini della serie aquila/granchio che confermano la distruzione del centro negli ultimi anni del V secolo a.C.
Da Castellazzo provengono 56 esemplari perlopiù compresi tra la fine del V e gli inizi del III secolo a.C. e riferibili a zecche siracusane e puniche.

Secondo piano

Corridoio Pannelli didattici contenenti informazioni storiche e cartografie pertinenti al sito di Monte Castellazzo.
Sala Monte Castellazzo

  • Età presitorica (V-II millennio a.C.)
    Reperti frammentari neolitici, resti di corredi eneolitici da una necropoli della facies di San Cono-Piano Notaro, frammenti ceramici dell’antica età del bronzo.
  • Età arcaica (VI sec. a. C.). Reperti dall’abitato greco-indigeno di Monte Castellazzo.
    (IV-II sec. a. C.) Corredi delle necropoli ellenistiche.
    Si segnalano i corredi del settore sud-est del monte, riservato ad un unico nucleo familiare e la ricchissima suppellettile della tomba 2.

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